Rendimenti ormai del tutto azzerati, ma continui incrementi dei costi sui conti correnti bancari.
Gli ultimi aumenti hanno interessato soprattutto i conti online: da agosto 2017 ad oggi, i costi dei conti via Internet puri hanno subito aumenti in media del 27%. Da fine novembre, invece, il costo annuo di un conto tradizionale nel canale online è salito del 3,8% e dell’1,5% per i conti normali, che avevano visto notevoli aumenti già nell’anno passato (20% in media in più da gennaio 2016 a novembre 2017).
Ad incidere fortemente sui rincari –i dati sono relativi all’Isc, l’indicatore sintetico di costo annuo- soprattutto l’aumento del canone della carta di credito nonché la commissione per la ricarica delle carte di pagamento. Una riflessione sorge spontanea: la spinta ad eliminare di fatto l’utilizzo del contante ha portato inevitabilmente ad una maggiore diffusione degli strumenti elettronici di pagamento; i benefici per gli istituti bancari sono evidenti, ma il costo di questo cambiamento grava interamente sulle famiglie e sugli utenti in genere.
A tutto ciò si aggiunga che i tassi attivi sono ormai zero. non più solo per le banche online, ma anche per tutti gli altri, e l’imposta di bollo, che è di € 34,20 sopra i 5mila euro di giacenza. Praticamente per pareggiare spese di tenuta conto, bollo e imposte sui rendimenti (26%), bisognerebbe avere depositi ultramilionari.
Insomma, tra salvataggi, rincari e rendimenti azzerati, il tutto condito dalla difficoltà di districarsi tra i documenti della cosiddetta “trasparenza”, i costi a carico dei correntisti si fanno sempre più alti e la giacenza sul conto sempre più bassa…
A cura di: Studio Spinapolice & Partners
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