Giustizialismo da un lato, garantismo dall’altro, termini sempre più abusati e strumentalizzati che certamente non aiutano a comprendere, anzi spesso confondono, la situazione della Giustizia in Italia.
Comunque la si pensi politicamente, è fuor di dubbio che il buon funzionamento del sistema giudiziario incide fortemente sullo sviluppo e la stabilità di un Paese.
Un’analisi molto interessante in questo senso è dell’Avvocato Fabio Ghiberti che, per conto dell’associazione politica La Marianna, ha coordinato il lavoro di numerosi operatori del diritto in tema di giustizia penale, civile e amministrativa, dalla quale si evince che le condizioni drammatiche del sistema giudiziario, amministrativo e burocratico in Italia hanno causato e continuano a causare la perdita di centinaia di miliardi annui di potenziali investimenti.
L’incertezza delle regole, i tempi di esame e rilascio dei permessi per l’avvio di grandi opere, che hanno un potenziale inestimabile in termini di ricaduta economica e di occupazione, allontanano e disincentivano gli investimenti . Perché non prevedere, allora, pesanti sanzioni, anche penali, per i burocrati che non rispettino i termini temporali tassativi per le autorizzazioni amministrative?
La durata media dei processi ordinari in primo grado supera i 1.000 giorni e ci vede al 157esimo posto su 183 Paesi nelle graduatorie della Banca Mondiale, sosteneva Mario Draghi già nel 2011. Ne deriva un’incertezza che incide pesantemente sulla possibilità di ripresa economica. Secondo l’analisi dell’Avvocato Ghiberti, la perdita annua di prodotto attribuibile ai difetti della nostra giustizia civile potrebbe giungere a un punto percentuale.
Pietro Ichino sostiene che, dopo la Grecia, l’Italia è il Paese europeo meno capace di attrarre investimenti stranieri, ricorda Ghiberti. Secondo il Comitato Investitori Esteri di Confindustria, se il nostro Paese riuscisse ad allinearsi agli standard europei, potrebbero aumentare gli investimenti in entrata per circa 30-35 miliardi l’anno..
Quanto, poi, alla Giustizia Penale la situazione è almeno altrettanto sconfortante: tempi dei processi lunghi oltre ogni comprensibile limite; eccesso di detenuti in attesa di giudizio; violazioni continue dei diritti fondamentali dell’individuo. Si può ancora definire uno Stato di Diritto quello in cui regnano, di fatto, ingiustizia, ineguaglianza davanti alla Legge, abuso e arbitrio del sistema nei confronti dei suoi Cittadini?
Da semplici osservatori quali siamo, ci permettiamo soltanto di auspicare che gli scottanti temi appena accennati siano presto al centro dell’attenzione della Politica, fuori da polemiche sterili quanto dannose e fuorvianti su giustizialismo e garantismo, prima che il declino intrapreso dal nostro Paese divenga irreversibile.
A cura di: Studio Spinapolice & Partners