ANNO XII - &MAGAZINE - 

Clonano sim e svuotano conti correnti con bonifici istantanei: banca condannata a risarcire cliente palermitana

Clonano sim e svuotano conti correnti con bonifici istantanei: banca condannata a risarcire cliente palermitana

La sentenza del Tribunale ha dato ragione agli avvocati della vittima. L'istituto di credito, che si è rifiutato di annullare le operazioni non autorizzate, dovrà restituire 100 mila euro ad un'anziana.

Le clonano la sim del telefono e tramite l'app con dei bonifici istantanei si trova due conti svuotati. Adesso il tribunale ha condannato la banca a risarcire una cliente palermitana con oltre 100 mila euro.

L'istituto di credito ha deciso di ricorrere in appello. 

La vicenda riguarda una signora anziana che teneva su due conti una somma di 72 mila euro. Questi soldi però, nel giro di 48 ore, sono stati sottratti con otto bonifici istantanei in favore di persone sconosciute, con destinazione banche spagnole. Consapevole della frode subita, la vittima ha contattato tempestivamente il servizio clienti della banca, procedendo con il blocco di entrambi i conti e denunciando l’accaduto alla polizia.

La mattina dopo la donna è andata andava in banca per evidenziare che nessuno aveva autorizzato quelle operazioni e, dunque, ne chiedeva l’annullamento. "Ma la risposta della banca è stata che non si poteva procedere all'annullamento, nonostante l’operazione complessiva superasse il limite di 60 mila euro di pagamento giornaliero dal conto corrente, circostanza che avrebbe innanzitutto dovuto portare l’istituto di credito a bloccare tutte le operazioni, oltre che avvertire la cliente". A quel punto la donna ha deciso di procedere per vie legali. 

La colpa di eventuali operazioni fraudolente nel sistema doveva ricadere sulla banca perché è tenuta a predisporre tutte le misure necessarie per tutelare i clienti. In particolare la norma prevede che è tenuto ad assicurare che le credenziali di sicurezza non siano accessibili a soggetti estranei. E ancora che, qualora il cliente neghi di aver autorizzato un'operazione, è obbligo della banca provare che l'operazione di  pagamento è stata autenticata correttamente. La banca non risponde del danno solo se dimostra la colpa grave del correntista nell’avere dato i codici ad altri.

La signora non poteva essere accusata, non avendo mai fornito a nessuno il proprio codice di sicurezza e, peraltro, non avendo mai movimentato negligentemente i conti (sul conto solo poche operazioni).

La banca, a sua difesa, ha chiamato in giudizio una nota compagnia telefonica, della quale la vittima era cliente.

Era infatti emerso durante la causa che la società di telecomunicazioni aveva rilasciato a un soggetto terzo, che si era “spacciato” per l’intestatario una sim clone con il medesimo numero di telefono. Essendo entrati in possesso della scheda, era stato possibile scaricare l’app della banca e trovare una finestra aperta sui conti della vittima.

Il Tribunale di Palermo, con la sentenza 3783 del 2023, emanata dal giudice Andrea Illuminati, ha disposto un rimborso totale di oltre 100 mila euro.

La crescita dei casi di truffe bancarie attraverso bonifici prelievi, messaggi, attraverso telefonate o email che sembrano arrivare dalle proprie banche dimostra come, in molti casi, i sistemi di sicurezza degli istituti di credito non siano sicuri. Ci sarebbero strumenti tecnologici per evitare queste truffe ma questo richiede che le banche facciano degli investimenti in sistemi di sicurezza più avanzati. Non è possibile far ricadere il rischio di impresa sui clienti.

Fonte: Palermo Today - Link


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