La Banca Sant'Angelo è stata condannata a risarcire due investitori che avevano effettuato investimenti in titoli "illiquidi". La decisione è stata presa lo scorso 8 luglio dalla quinta sezione del Tribunale di Palermo, che ha imposto all'istituto bancario la restituzione integrale delle somme perse dai due coniugi, inclusi gli interessi legali maturati nel frattempo, a seguito di investimenti in azioni illiquide, ovvero titoli che non possono essere facilmente rivenduti come avviene per quelli quotati in borsa.
L'investimento in questione era stato fortemente consigliato dalla banca a partire dal 2013, senza che i risparmiatori fossero stati correttamente informati dei rischi significativi associati a questo tipo di strumenti finanziari. Le azioni illiquide, infatti, comportano il rischio di perdita dell'intero capitale investito, principalmente a causa delle difficoltà nel loro smobilizzo, ovvero nella possibilità di convertirle rapidamente in denaro.
A tal proposito, l'Avv. Giovanni Spinapolice, Founding Partner dello Studio Spinapolice & Partners, ha dichiarato: "La sentenza rappresenta un importante precedente per tutti quegli investitori che si sono trovati nella medesima situazione. Siamo pronti a predisporre azioni collettive al fine di ottenere il risarcimento dei danni per coloro che, a causa di consulenze bancarie inadeguate, hanno subito perdite ingenti. Il nostro studio sta già raccogliendo adesioni per procedere in tal senso".
L'avvocato Spinapolice ha inoltre sottolineato come sia fondamentale, in questi casi, che gli istituti bancari rispettino gli obblighi informativi nei confronti dei clienti, soprattutto quando si tratta di investimenti ad alto rischio. "Le banche devono garantire la trasparenza e l’adeguatezza delle informazioni fornite ai risparmiatori, specialmente quando si tratta di prodotti finanziari complessi e non facilmente liquidabili", ha aggiunto.
Il caso della Banca Sant'Angelo potrebbe dunque aprire la strada a ulteriori richieste di risarcimento da parte di altri investitori che si trovano in situazioni analoghe, portando a nuove azioni legali collettive contro istituti bancari che non rispettano i propri doveri di trasparenza.